LA PARROCCHIA PIU' ANTICA DELLA VALLE

CENNI STORICI: ORIGINE DELLE PIEVI

 

Le organizzazioni parrocchiali di antica formazione hanno il titolo di Pieve, e spesso anche quello di chiesa matrice, cioè madre di altre che, col decorrere del tempo, per nuove formazioni o per spostamenti delle vecchie si sono organizzate a vita autonoma.

La proclamazione della Pace Cristiana fatta da Costantino all’inizio del IV secolo mutò radicalmente lo stato delle cose circa la Religione. La vita cristiana assai presto entrata nei centri urbani per l’opera di mercanti e viaggiatori, specialmente ebrei, si sviluppa e meglio  si organizza. I Vescovi attenti alla nuova situazione si fanno missionari e predicano ovunque la buona novella del Vangelo.

E’ proprio nel VI secolo che, conquistate le genti rustiche del contado, appaiono qua  e là le prime parrocchie dette Pievi: organizzazione giuridica in servizio della comunità dei battezzati detti “plebe di Dio”. Pieve è dunque la chiesa battesimale dell’Alto Medio Evo, matrice di altre minori del distretto. Vi presiede un Arciprete con un Clero plurimo e patrimonio comune.

 

LA PIEVE DI LUMEZZANE

 

Questo sistema organico si manifesta anche presso di noi nel territorio bresciano, come dimostrano le specifiche trattazioni di alcuni nostri scrittori, quali Gabriele Rosa, Paolo Guerrini e Luigi Falsina.

Abbiamo a nostra disposizione una catena di documenti che dimostrano come dall’inizio del XV secolo in poi esisteva in Lumezzane una Chiesa Parrocchiale Plebana sotto il titolo della Beata Vergine Maria e poi detta di S.Giovanni Battista.

Paolo Guerrini scrive: “La Valtrompia aveva tre pievi, Concesio, Inzino e Bovegno, onde il nome di Vallis Trium plebium” probabile etimo di Trompia.  La Pieve della valletta di Lumezzane è formazione più recente e si staccò dalla pieve centrale di Inzino che comprendeva il territorio di Pregno e Brozzo con le vallette laterali di Gombio e Lodrino”

Caratteristica costruzione di questa parrocchia  è la presenza di un edificio isolato a pianta centrale ottagonale e vicinissimo alla Chiesa detto battistero. L’ambiente è costituito da due parti ben distinte: il sotterraneo e la grande cappella superiore al normale livello della strada.

L’unico battistero di Lumezzane era quindi alla Pieve, ivi furono battezzati tutti i lumezzanesi fino a quando vennero costituiti i battisteri parrocchiali subalterni di S.Apollonio e S.Sebastiano. Ma anche dopo la erezione di questi battisteri minori, il clero di S.Apollonio e S.Sebastiano  era obbligato a intervenire alla Pieve nel Sabato Santo per le funzioni battesimali di quel giorno, per ricevere dall’Arciprete pievano  gli Olii Santi e l’acqua cresimale….

La chiesa parrocchiale è dotata di un organo, costruito da Diego Porro nel 1897, di arte ammirevole, sia che si consideri nel suo aspetto esterno che come opera di scultura, sia che si guardi alla sostanza dello strumento.

Sulla torre merlata che sta presso la Chiesa già nel XVII secolo esisteva un orologio, il quale con il suo lento battere annunziava al popolo di Dio il decorrere del tempo e il concerto di campane indicava a tutti i fedeli gli avvenimenti tristi e lieti della comunità.

ABITANTI

 

La comunità cristiana di Pieve conta circa 5.800 fedeli, è saggiamente guidata da don Riccardo Bergamaschi che oltre ad essere parroco di Pieve e Fontana, è coordinatore dell’Unità Pastorale di Lumezzane e vicario episcopale per il clero della diocesi di Brescia. Si avvale della intelligente e saggia collaborazione di don Giuseppe Baccanelli, è sostenuta ogni fine settimana dal prezioso aiuto di don Mario Zani, nostro concittadino e sapiente collaboratore della diocesi.

 

Da oltre un anno padre Angelo Defendini, religioso dei Minori Francescani Conventuali, oltre che prestare il suo ministero nella parrocchia di S.Antonio di Padova (Gazzolo) è collaboratore nella nostra parrocchia, secondo il carisma del suo fondatore  ci invita ad  essere uomini e donne di pace e di riconciliazione e ci esorta allo slancio missionario con gioia e generosità. Conta la presenza e la collaborazione del diacono Mauro Polotti.  

 

Guidatore e navigatori sono punti di riferimento preziosi e guide sicure per l’intera comunità.

STRUTTURE

 

Esistono entro i confini della nostra parrocchia alcune chiese, che ormai da anni, decenni e, in alcuni casi, secoli sono meta di devozioni popolari.

 

L’oratorio con annesso il campo sportivo, inaugurato dopo le missioni del’anno 1961, è il cuore della comunità cristiana, luogo di formazione umana e cristiana.

 

  • Cinema teatro LUX inaugurato domenica  7 dicembre 1952 dopo una settimana di Conferenze specializzate, si è trasformato in questi anni nella sala della comunità. 
  • Scuola materna (asilo)  esiste dal 1926 e si rivolge ai bambini dai 3 ai 6 anni d’età sulla base di un preciso e adattato progetto educativo.
  • S.Filippo Neri, costruzione che esiste dal 1644 nella piazzetta di Piatucco.
  • SS. Bruno e Francesco di recente costruzione, nella frazione di Gombaiolo.
  • S.Bernardo sul colle, costruzione nominata negli Atti della Visita Pastorale del Vescovo Bollani nell’anno 1573. La sua festa si celebra il lunedì seguente il 20 agosto con notevole partecipazione del popolo.
  • Pellegrino Laziosi, chiesetta semplice e piccola dove è onorato il Santo Servita Pellegrino per gli abitanti della frazione Dosso.
  • S.Nicola da Tolentino  vicino alla Parrocchia  dove nel 1602 si costituì la pia Associazione di S. Nicola detta anche dei Disciplini.

AZIONE PASTORALE

 

Tutte le azioni pastorali della nostra comunità (catechesi, liturgia, carità) sono orientate a incrementare e sviluppare la missione meravigliosa ed organica del Corpo di Cristo che è la Chiesa mandata a testimoniare a tutti, vicini e lontani, la bellezza liberante dell’incontro con Gesù Cristo e della vita trasformata dal suo Vangelo. 

 

Sollecitati da papa Francesco che afferma:  “La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario”(EG 28)  l’impegno del nostro stare insieme, pregando, riflettendo, discutendo,  confrontandoci con la realtà del nostro tempo, è quella di far crescere la comunione, l’amore fraterno e la stima reciproca, la necessaria cura della relazioni interpersonali, fondamento di ogni processo di evangelizzazione e di educazione, la giusta convergenza di diversi verso un’unica speranza e un unico progetto di vita e di evangelizzazione.

 

Siamo anche convinti che sia urgente  far emergere un più chiaro e più forte slancio missionario da parte della nostra comunità, che forse soffre di qualche tentazione di ripiegamento su se stessa, di timore nei confronti dei cambiamenti che stiamo vivendo, con il rischio di accontentarsi di un’ordinaria amministrazione della vita cristiana, priva di passione per il Regno e incapace di “contagio”. Proprio per questo la nostra parrocchia  è stata suddivisa in sei periferie con l’intento di essere una chiesa “in uscita” che prende l’iniziativa, che si coinvolge, che accompagna, che fruttifica e festeggia.

CULTURA E TRADIZIONE

 

Risulta che già nell’anno 1676 si celebravano le Quarant’Ore con grande solennità, tradizione che non si è mai interrotta e viene ancora oggi celebrata nei tre giorni che precedono l’inizio della quaresima.

 

La Tradizione, come già dice il lemma, indica l’atto del tradere, del trasmettere. Ma il trasmettere non sarebbe vero senza aver anzitutto ricevuto la verità trasmessa; verità che, non è un concetto, ma l’unità di ortodossia e ortoprassi; verità che è una Persona, Gesù Cristo.

 

Afferma S. Paolo ai Corinzi (1Cor 15,3-5): «Vi ho trasmesso quello che a mia volta ho ricevuto…». Questo implica che il tramandare richiede il ricevere da Cristo, dagli Apostoli, e poi dai loro successori, in una continuità ininterrotta che costituisce propriamente la Tradizione della Chiesa.

 

E la nostra comunità cristiana fedele all’insegnamento di S.Paolo, in ogni frazione, continua la tradizione ricevuta festeggiando la memoria liturgica del Santo alla quale è affidata, con momenti di festa e di aggregazione.

 

La Tradizione, si riceve solo nella Chiesa e al contempo costituisce la Chiesa come luogo del suo deposito e della sua fedele trasmissione.  La festa patronale, il 24 giugno, diventa un momento forte di preghiera, riflessione, eventi e festa di tutta la comunità che ricorda le sue origini  e il suo fondamento.

La festa del patrono è legata all’identità territoriale, al senso di appartenenza, alla percezione di far parte di una comunità del noi. Questo ancorarsi al passato è un modo di comunicare ai giovani la nostra fede e aiutarli a maturare una precisa consapevolezza dell’identità cristiana.